I NAPOLETANI PAGAVANO LE TASSE MA I SOLDI FINIVANO A SOCIETÀ MILANESE -L’AIDACON SI COSTITUIRA’ PARTE CIVILE ED AVVIERA’ UN’AZIONE COLLETTIVA

class actionDopo il danno anche la beffa !! I cittadini napoletani, non solo da anni subiscono le gravissime conseguenze dell’emergenza rifiuti, ma ora scoprono di aver anche versato quasi 33 milioni di euro di tasse, per i servizi più vari, dalla raccolta dei rifiuti alle affissioni pubbliche, invece che nelle casse dell’amministrazione comunale, nei conti correnti di una società di Milano, che li avrebbe utilizzati per i propri scopi.Ancora una volta quindi, i contribuenti napoletani sono stati ‘truffati’. Non bastavano i politici incapaci, ora anche le aziende del nord provvedono a sottrarre denaro destinato ai pubblici servizi, sborsato dai cittadini napoletani.

Tra l’altro, secondo il Gip vi è una pesante ombra sulle modalità di gestione anche da parte del Comune di Napoli, tra il 2001 e il 2009. Oltre al comune di Napoli ci sarebbero responsabilità da parte dell’ Aip, incaricata dell’accertamento e della riscossione di tributi, come la Tarsu (la tassa sui rifiuti) e l’Ici, nonchè della Elpis, «società mista partecipata al 51% dal Comune di Napoli e al 49% da Aip».

Naturalmente, anche questa volta, l’Aidacon Consumatori si è attivata per tutelare i contribuenti e si costituirà parte civile nel processo a carico dei futuri imputati. Infatti, come spiega l’Avv. Carlo Claps, Segretario dell’Associazione a tutela dell’ambiente e dei consumatori, quello che sta emergendo da queste indagini preliminari è gravissimo. In un momento così difficile per Napoli ed i napoletani, già succubi dell’ ingiustificabile emergenza rifiuti, con le gravi ripercussioni sulla salute, sulla qualità di vita e sull’economia della città, non è possibile tollerare anche di essere derubati per oltre 50 milioni di euro e, per di più, da società private, le quali spendevano i soldi alla faccia dei napoletani !!

Inoltre, l’Aidacon ( www.aidacon.it), ha avviato una campagna di adesione per presentare una azione collettiva (class action) nei confronti dei responsabili di questa ennesima truffa, alla quale è possibile partecipare inviando una richiesta tramite mail all’indirizzo: [email protected]

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